venerdì 28 dicembre 2007

Appello al mondo dell'arte

il campo profughi di Jenin ospita 14.000 rifugiati palestinesi. Subito dopo l’incursione lanciata il 3 aprile 2002 dall’esercito israeliano («su una scala senza precedenti», per citare un rapporto di Human Rights Watch) con lo scopo ufficiale di catturare o uccidere militanti palestinesi responsabili di attacchi suicidi, il regista e attore Mohammad Bakri girò al suo interno Jenin Jenin. Il film, che mostra soprattutto gli effetti degli attacchi aerei sulle abitazioni civili ed interviste alla popolazione del campo, fu inizialmente bandito in Israele e successivamente autorizzato dall’Alta Corte Israeliana. Tale autorizzazione tuttavia ha permesso solo quattro proiezioni pubbliche a Tel Aviv e Gerusalemme. Bakri è nel frattempo finito sotto processo, accusato da cinque soldati di vilipendio delle forze armate israeliane. Qualora dovesse perdere la causa, dovrebbe pagare l’equivalente di 500.000 euro.
Per chi ha visto il film, le accuse rivolte a Bakri sembrano essere pretestuose, non solo perché l’esercito israeliano in quell’occasione ha commesso contro la popolazione civile «violazioni di leggi umanitarie internazionali, ed alcune di tali violazioni sono equiparabili a veri e propri crimini di guerra» (dal già citato rapporto di HRW), ma anche perché siamo di fronte al rischio concreto che la vicenda di Jenin Jenin e del suo autore, divenga una forma di "attacco preventivo" al diritto di informazione ed espressione artistica in Israele, un attacco rivolto a "futura memoria”. Uno dei messaggi che potrebbero essere veicolati da un eventuale condanna di Bakri in questo processo è che, all’interno di Israele, il racconto dei fatti relativi al conflitto e di tutte le loro versioni possibili sia precluso e da precludere a un cittadino israeliano di origine palestinese, oltre che ai palestinesi stessi, come numerose voci critiche israeliane (sia ebree che palestinesi) stanno faticosamente denunciando da tempo.
Per questi motivi desidereremmo far giungere a Mohammad Bakri il nostro appoggio solidale, ma soprattutto, per i medesimi motivi, riteniamo fondamentale che i mezzi di comunicazione europei e la pubblica opinione possano seguire gli sviluppi e le implicazioni del processo. Anche a questo scopo tra il 28 gennaio ed il 1 febbraio 2008, in coincidenza con la riapertura del processo, verranno organizzate, simultaneamente in diverse città italiane, proiezioni pubbliche del film.

giovedì 27 dicembre 2007

Proiettare "Jenin, Jenin" come risposta creativa

Quindi, proiettare come DOVERE alla libertà di espressione.
Vi invitiamo a segnalarci la possibilità di proiettare "Jenin, Jenin" nella vostra città, indicandoci data e luogo: vi invieremo tutte le informazioni per partecipare all'evento.
Grazie,
Il Pessottimista

venerdì 21 dicembre 2007

Insieme per il regista palestinese Mohammed Bakri

Mohammed Bakri, il regista e attore palestinese è sotto processo in Israele con l’accusa di “vilipendio delle Forze Armate” per il suo film “Jenin, Jenin” del 2002.
Rischia di dover pagare 500 mila euro di multa: somma che lo rovinerebbe, costringendolo ad espatriare.
Al di là di ogni altra considerazione ciò per cui vogliamo che si parli del processo è per difendere il puro e semplice diritto alla libertà di espressione artistica.
In una lettera indirizzata ad esponenti del mondo cinematografico a cui stiamo chiedendo adesioni, abbiamo definito il processo un vero e proprio “attacco preventivo”: un modo per scoraggiare qualunque iniziativa futura da parte di registi israeliani.
Con l’accordo di Mohammed Bakri abbiamo stabilito di proiettare il film “Jenin Jenin” nel maggior numero di città italiane contemporaneamente (ci stiamo orientando su gennaio, quando riprenderà il processo).
Credo che comprendiate l’importanza di un’azione del genere: dei suoi significati, modalità, obiettivi.
In particolare attrarre un pubblico “nuovo”, non uso ad interessarsi a temi che genericamente vive "semplicemente" come un "conflitto”.
Proprio per questa finalità sarà di assoluta importanza non “firmare” gli eventi come associazioni, gruppi legati al mondo solidale con Palestina: il soggetto che dovrà emergere è il diritto alla libertà di espressione artistica.
Vi chiediamo disponibilità a proiettare il film nella vostra città ed inoltre, a vostra volta, segnalarci nuovi contatti per possibili altre proiezioni.
Infine, segnalateci conoscenze legate al mondo del cinema e del teatro a cui poter inviare la lettera di solidarietà con Bakri.

Marco Dinoi, Nicola Perugini, Andrea Del Grosso