Mohammed Bakri, il regista e attore palestinese è sotto processo in Israele con l’accusa di “vilipendio delle Forze Armate” per il suo film “Jenin, Jenin” del 2002.
Rischia di dover pagare 500 mila euro di multa: somma che lo rovinerebbe, costringendolo ad espatriare.
Al di là di ogni altra considerazione ciò per cui vogliamo che si parli del processo è per difendere il puro e semplice diritto alla libertà di espressione artistica.
In una lettera indirizzata ad esponenti del mondo cinematografico a cui stiamo chiedendo adesioni, abbiamo definito il processo un vero e proprio “attacco preventivo”: un modo per scoraggiare qualunque iniziativa futura da parte di registi israeliani.
Con l’accordo di Mohammed Bakri abbiamo stabilito di proiettare il film “Jenin Jenin” nel maggior numero di città italiane contemporaneamente (ci stiamo orientando su gennaio, quando riprenderà il processo).
Credo che comprendiate l’importanza di un’azione del genere: dei suoi significati, modalità, obiettivi.
In particolare attrarre un pubblico “nuovo”, non uso ad interessarsi a temi che genericamente vive "semplicemente" come un "conflitto”.
Proprio per questa finalità sarà di assoluta importanza non “firmare” gli eventi come associazioni, gruppi legati al mondo solidale con Palestina: il soggetto che dovrà emergere è il diritto alla libertà di espressione artistica.
Vi chiediamo disponibilità a proiettare il film nella vostra città ed inoltre, a vostra volta, segnalarci nuovi contatti per possibili altre proiezioni.
Infine, segnalateci conoscenze legate al mondo del cinema e del teatro a cui poter inviare la lettera di solidarietà con Bakri.
Marco Dinoi, Nicola Perugini, Andrea Del Grosso
venerdì 21 dicembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento